mercoledì 1 maggio 2013

Buon Compleanno col "Pomodoro spaccato"

 
E' arrivato anche per il mio piccolo blog il primo compleanno.
Se guardo indietro mi sembra ancora incredibile essere riuscita in questa piccola grande impresa che, per me, ha il senso della tutela della memoria dei sapori dei piatti di casa mia e delle storie che spesso sono loro strettamente legate.
Non è facile indovinare il taglio giusto del racconto e appena adesso mi sembra di iniziare ad avvicinarmi a quello che era il mio vero intento, non disperdere il patrimonio culinario che bisnonne, nonne, mamme o zie mi hanno trasmesso e, al tempo stesso, fissare nella memoria familiare e non, momenti di quotidianità passata, piccole storie che ciascuno di noi può rivivere leggendo le mie che, lungi dall'essere eccezionali, possono rinfrescare i ricordi che ciascuno di noi ha in un angolo del proprio essere e che possono improvvisamente riemergere insieme alle sensazioni provate allora e per un pò trascurate.
Certo non sono una buona narratrice, ma chissà che non riesca comunque a far sorridere almeno uno dei miei lettori (ehi! ci siete?).
Dunque da qualche giorno meditavo su cosa presentare per festeggiare un anno di blog e cercavo un piatto degno dell'occasione, sontuoso, di grande effetto scenico, complesso....da ricorrenza. Poi, improvvisamente, mi è tornato in mente qualcosa che mi ha fatto cambiare radilcamente idea e ho pensato di postare la ricetta più semplice del mondo, qualcosa che nella famiglia di mia madre e, soprattutto a casa dei miei adorati nonni, Terzo e Lisetta, non mancava mai e risolveva sempre le situazioni in cui non c'era molto da mettere in tavola o non si aveva voglia di cucinare.
Loro lo chiamavano così: "Il Pomodoro Spaccato".
Cos'era? vi chiederete,  null'altro che un magnifico pomodoro, di quelli costoluti che a Roma sono molto diffusi e che, qui al nord, dove abito ormai da tantissimi anni, si stanno diffondendo solo ora con il nome di "marinda"; il pomodoro veniva spaccato - appunto - a metà e condito con un filo di ottimo olio extravergine di oliva, sale e pepe che loro prendevano da una piccola saliera di Deruta, di quelle d'altri tempi, con le due vaschette e con un uccellino col becco aperto che accoglieva gli stuzzicadenti.
In realtà non so, anzi dubito, che i marinda siano proprio la stessa qualità di pomodoro da insalata usato dai nonni, ma ci assomigliano anche per il gusto non troppo dolce così oggi, per festeggiare questo compleanno, ho ripetuto quel piccolo rito di aprire il pomodoro a metà, condirlo con un pizzico di sale e con una macinata di pepe e un bel filo d'olio dorato, per poi mangiarlo con dell'ottimo pane casareccio.
Certo i nonni avevano le rosette ma io, che non mi rassegno alle locali michette, che non assomigliano neanche un po' a quelle leggere e croccanti rose di pane romane, l'ho accompagnato con del pane casareccio.
Questo è non solo un omaggio ai miei nonni, che hanno lasciato in me un segno profondo, ma anche al "Pomodoro" alimento protagonista indiscusso nella mia famiglia, dove  mia madre, nei pomeriggi trascorsi sulla sconfinata terrazza della nostra prima casa senza i nonni, aspettando il rientro di mio padre, lo gustava a morsi come fosse una pesca o un altro dolce frutto, cercando di convincere me, che allora avevo una manciata di anni, che era buonissimo così, senza condimento.
La cosa più incredibile è che io, pur di condividere quei momenti con mia madre e pur avvertendo l'acidità del pomodoro, ancora troppo spinta per il mio giovanissimo palato, la imitavo cercando di illudermi che effettivamente fosse dolce come una pesca e lo mangiavo con la grande soddisfazione di essere come lei, che mi è sempre sembrata la più bella e la più brava.
 
 

4 commenti:

  1. che bel post! a leggerlo mi sembra di essere lì, con te e quella che per me è "nonna Lilli", nel sole giallo e forte di Roma che qui ci sogniamo, con il tuo rossissimo pomodoro da mangiare a morsi.
    Buon compleanno al blog e un sorriso a te, amica mia.
    L.
    ps: com'eri su quella tua terrazza romana? avevi le trecce, come tutte noi a quel tempo? :-)

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    1. Carissima L.,
      sarebbe stato bello averti come amica fin da allora, anche se devo deluderti e rivelarti che non portavo le trecce ma una magnifica coda di cavallo.
      Qui al Nord non abbiamo quel sole ma abbiamo comunque la fortuna di condividere altre meravigliose esperienze non trovi?

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  2. ciao, mi hai fatto tornare all'infanzia, anche io sono romana e il pomodoro spaccato lo conosco benissimo, per non parlare poi delle rosette, quanti mi mancano ora che vivo in umbria. Ti seguo con piacere

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  3. Ciao anche a te, amica di blog! Mi ha fatto un piacere immenso il tuo post perché è esattamente il risultato che mi proponevo con La cucina di Pattylou: associare ai sapori i ricordi che tanti di noi, pur non sapendolo, condividono.
    A presto.
    Seguo anch'io con piacere il tuo blog.

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