sabato 23 novembre 2013

Biscottini da thè


























Per anni ho avuto in un mobile di cucina la "sparabiscotti" inutilizzata nella sua scatola di cartone ormai "vintage" e scolorita perché, dopo un unico fallimentare tentativo di far uscire dalle trafile la mia pasta frolla troppo dura, aveva deciso che la mia sparabiscotti era difettosa e non sarei mai riuscita a preparare quei bei biscottini che, assaporati con il thè danno il meglio di sé.
Il mio subconscio da irriducibile appassionata di cucina mi ha però impedito di buttarla via e ora, dopo molti anni, eccomi a ricercare la giusta ricetta, ormai consapevole (era ora) che per realizzare i famosi biscottini bisognava utilizzare una frolla adatta.
E' stato così che, navigando un po' tra i miei blog preferiti e altrove, ho trovato (non ricordo più dove)questa ricetta che ha realizzato il mio desiderio di preparare i biscottini in tante bellissime forme e, probabilmente, anche quello della mia vecchia "sparabiscotti", privata per tanti anni della soddisfazione di dar prova delle sue capacità.
Ecco dunque la ricetta e quello che vedete in foto è il risultato ottenuto.
Ingredienti:
1 uovo
170 gr. di farina 00
100 gr. di farina manitoba
170 gr. di burro
85 gr. di zucchero a velo
estratto di vaniglia o semi di vaniglia in bacche o vanillina


Preparazione:

Montare con le fruste o la planetaria il burro morbido con lo zucchero.
Aggiungere l'uovo e montare ancora fino ad assorbimento. Profumare con la vaniglia.
Unire poi le due farine setacciate e mescolare fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo.
Inserire il composto nella spara biscotti con la trafila preferita (meglio usarne diverse per ottenere biscottini di varie forme) e appoggiarla su una teglia non unta, altrimenti l'impasto scivolerà non consentendo di formare i biscotti come desiderato.
Decorare i biscottini a piacere con canditi, confettini colorati o con gocce di cioccolato o zuccherini.
Infornare a 180° per circa 12 minuti, sfornando comunque i biscottini appena presenteranno il bordo leggermente colorito.


giovedì 21 novembre 2013

Confettura di cipolle di Tropea


 
Credevo che non sarei più riuscita a postare una ricetta, la sorte avversa ha fatto prima "svampare" il mio computer praticamente nuovo, poi una mole enorme di lavoro in ufficio ha rischiato di schiacciarmi e, infine l'impegno, stavolta gradito, per ricamare la copertina per il mio primo nipotino che sta per nascere, mi hanno tenuta lontano dal mio adorato Blog.
Non temete (ma...ci siete?), sono tornata e con l'intenzione di rimanere on line a tempo indeterminato.
Si ricomincia con la confettura di cipolle.
Spesso mi capitava di restare affascinata nei negozi di specialità alimentari o, più semplicemente , nel mio fornitissimo supermercato, da una serie di vasetti di strane conserve adatte ad accompagnare formaggi o preparazioni salate; è stato  così ho deciso di provare a prepararne qualcuna per sperimentare se il loro gusto corrispondeva alla affascinata ammirazione che suscitavano in me quei misteriosi barattolini.
Visto che mi trovavo dal mio fornitore di verdure e frutta e, sul banco, spiccavano delle meravigliose cipolle di Tropea, mi sono lanciata nella preparazione di questa confettura che è risultata davvero deliziosa, soprattutto per accompagnare formaggi "robusti".
La conferma della sua riuscita mi è arrivata da Stefano, un mio nipote "putativo", grande appassionato di questa preparazione, che ha molto apprezzato quella di cui vi posto ora la ricetta.

Ingredienti:

zucchero di canna 300 g
cipolle rosse di Tropea 1 kg
vino bianco 20 cl
uvetta 50 g
coriandolo macinato mezzo cucchiaino
pepe abbondante
herbes de provence una punta 
olio di oliva extravergine
aceto bianco
aceto balsamico
In una pentola a fondo spesso scaldare tre cucchiai di olio d’oliva e aggiungere le cipolle, sbucciate e affettate, l’uvetta e il coriandolo. Quando le cipolle saranno appassite, aggiungere lo zucchero, il vino, le erbe, salare e pepare aggiungendo a piacere uno spruzzo di aceto bianco e uno di aceto balsamico che bilanciano bene la dolcezza delle cipolle (questa è una mia aggiunta alla ricetta "canonica") . Far cuocere per un’oretta finché la confettura si sia addensata. 
Versare la confettura, ancora bollente, in piccoli vasi in vetro precedentemente sterilizzati facendoli bollire per venti minuti in una pentola di acqua.
Far raffreddare capovolti e rigirare i barattoli dopo 24 ore.
Una volta aperto il barattolo la confettura va consumata in due o tre giorni e tenuta in frigo, quindi è consigliabile conservarla in barattoli molto piccoli che contengano la dose giusta da consumare per evitare sprechi.

domenica 19 maggio 2013

Mi dispiace ma non è lo stesso....



Lo dico con il massimo affetto e tutta la stima a chi sostiene che il pane realizzato con il lievito madre secco è uguale a quello lievitato con la pasta madre "home made"....vi basterebbe annusare, ancor prima di assaggiare, questo mio nuovo filone di pane per scoprire la differenza tra i due procedimenti e capire che vi state sbagliando.
L'aroma che sprigionava mi ha riportato in un attimo al forno del paesino pugliese in cui cerco di tornare almeno un volta l'anno, dove Pierino (il fornaio) sforna ogni giorno decine e decine di pagnotte fragranti con le quali, certo, il mio pane non può competere, ma che un pò le ricorda appunto per il magnifico profumo.
Ho provato, davvero, ad usare il lievito essiccato e sicuramente ho impiegato molto meno tempo per la lievitazione ma, poiché si tratta di una polvere mista, in cui è presente in buona percentuale il lievito di birra, non può giocoforza ottenersi lo stesso risultato.
Bene, basta polemiche ed eccovi una nuova ricetta, che prevede la lievitazione con la biga, trovata sul Blog "La cucina di Mamma" ma ripreso a sua volta dal blog "Comunità del cibo pasta madre" e che ho provato con un discreto successo, l'alveolatura non era male ed il sapore e la consistenza ottimi, croccante fuori e morbido dentro al punto giusto.
La prossima volta volglio provare con un diverso tipo di piega, per vedere (di nascosto) l'effetto che fa...

Ingredienti:
Per la biga
100 gr lievito madre attivo (io l'avevo rinfrescato al mattino)
100 gr manitoba
100 gr acqua


Per l'impasto del mattino
  • biga
  • 600 gr manitoba
  • 300 gr acqua
  • 10 gr sale (io poco di più perché ammetto che mi piace saporito)
  • 1 cucchiaino di malto d'orzo
La sera prima impastare gli ingredienti della biga e mettere in una ciotola a lievitare per 12 ore al riparo da correnti d'aria (io utilizzo il microonde spento, ovviamente)
Al mattino impastare tutti gli ingredienti, biga compresa, valutando se occorre altra acqua, nella planetaria con il gancio o nella macchina del pane.
Una volta impastato bene, porre l'impasto in un contenitore unto e lasciar lievitare al caldo per un'ora o più se necessario, trascorso questo tempo dare delle pieghe, spianando leggermente l'impasto e tirando i lembi verso l'esterno per poi ripiegarli all'interno, senza stringere troppo.
Ripetere per altre 2 volte.
Far lievitare fino al raddoppio coprendo con della pellicola e un canovaccio o, se occorre, anche con una coperta che non pesi sul pane facendolo sgonfiare.
Preriscaldare il forno a 220°.
Inserire la placca e  porre un contenitore con un pò di ghiaccio, un minuto prima di infornare.
Inserire il pane e, dopo 20' abbassare la temperatura a 200°.
Cottura totale di 45'-50' o più, dipenderà dal forno.
Gli ultimi 10' aprire il forno a fessura in modo che esca l'umidità.
Una volta cotto lasciar raffreddare in forno aperto, sistemando il pane in modo che sia sollevato dalla placca (io ho utilizzato una gratella che lasciava passare l'aria anche sul fondo.

venerdì 17 maggio 2013

Purè di fave e cicoria


Che le mie origini siano in parte pugliesi era ormai chiaro a tutti ma, nel caso ci fosse ancora qualche scettico, dopo questa ricetta non avrà più dubbi.
Più che di un piatto si tratta di un manifesto culturale, di un vero e proprio simbolo della Puglia e della sua meravigliosa cultura gastronomica, fatta di ingredienti poveri magnificamente esaltati da sapienti preparazioni che ne sublimano il già magnifico sapore.
Questa ricetta che posto oggi è tuttavia una interpretazione, solo lievente difforme dalla ricetta originaria, che prevede solo la cottura delle fave senza aggiunta di verdure ma, secondo gli intenditori, questa versione riesce gradita anche a quelli che meno apprezzavano questo piatto della tradizione. Solo ma il desiderio di rendere felice il mio adorato marito facendogli risentire il sapore della sua terra natale, da cui è troppo lontano e da troppo tempo, mi ha spinto a provare (anche se con l'aiuto del Bimby che mi consente di non meneggiare troppo i legumi).
Il suo viso quando metto a tavola questo piatto e lui comincia ad assaporarlo, mi convince a perseverare...deve essere proprio buono!
Eccovi dunque la ricetta opera di una a me sconosciuta dimostratrice del Bimby ricetta che, naturalemente, potrete realizzare anche con una normale cottura in tegame.

Igredienti:
300 gr. di fave secche spezzate (diventano 600 gr. messe a bagno)
600 gr. di acqua
50 gr. di olio extravergine di oliva pugliese (naturalmente) da aggiungere a fine cottura
5 pomodorini ciliegino
1 patata (100 gr.)
1 cipollina
1 cucchiaino di sale fino (10 gr.)
700 gr. di catalogna pulita e lavata

Esecuzione:
Mettere la sera in ammollo le fave sgusciate, inserire nel boccale tutti gli ingredienti, tranne l'olio e programmare 7 min. a 100° e vel. 1.
Pulire, lavare e sgocciolare la verdura e metterla nel Varoma; alla fine dei 7 minuti mettere il Varoma sul coperchio del Bimby e programmare 30 minuti, temperatura Varoma, velocità 1.
Al termine io frullo tutto a vel. 8 per 30 sec. poi verso in un piatto con i bordi alti o in una fondina, aggiungo le verdure e condisco con l'olio.
Negli ultimi tempi preferisco però cuocere le verdure in acqua bollente salata anziché nel Varoma, perché diventano più morbide, questione di gusti!
A voi la scelta.

mercoledì 1 maggio 2013

Buon Compleanno col "Pomodoro spaccato"

 
E' arrivato anche per il mio piccolo blog il primo compleanno.
Se guardo indietro mi sembra ancora incredibile essere riuscita in questa piccola grande impresa che, per me, ha il senso della tutela della memoria dei sapori dei piatti di casa mia e delle storie che spesso sono loro strettamente legate.
Non è facile indovinare il taglio giusto del racconto e appena adesso mi sembra di iniziare ad avvicinarmi a quello che era il mio vero intento, non disperdere il patrimonio culinario che bisnonne, nonne, mamme o zie mi hanno trasmesso e, al tempo stesso, fissare nella memoria familiare e non, momenti di quotidianità passata, piccole storie che ciascuno di noi può rivivere leggendo le mie che, lungi dall'essere eccezionali, possono rinfrescare i ricordi che ciascuno di noi ha in un angolo del proprio essere e che possono improvvisamente riemergere insieme alle sensazioni provate allora e per un pò trascurate.
Certo non sono una buona narratrice, ma chissà che non riesca comunque a far sorridere almeno uno dei miei lettori (ehi! ci siete?).
Dunque da qualche giorno meditavo su cosa presentare per festeggiare un anno di blog e cercavo un piatto degno dell'occasione, sontuoso, di grande effetto scenico, complesso....da ricorrenza. Poi, improvvisamente, mi è tornato in mente qualcosa che mi ha fatto cambiare radilcamente idea e ho pensato di postare la ricetta più semplice del mondo, qualcosa che nella famiglia di mia madre e, soprattutto a casa dei miei adorati nonni, Terzo e Lisetta, non mancava mai e risolveva sempre le situazioni in cui non c'era molto da mettere in tavola o non si aveva voglia di cucinare.
Loro lo chiamavano così: "Il Pomodoro Spaccato".
Cos'era? vi chiederete,  null'altro che un magnifico pomodoro, di quelli costoluti che a Roma sono molto diffusi e che, qui al nord, dove abito ormai da tantissimi anni, si stanno diffondendo solo ora con il nome di "marinda"; il pomodoro veniva spaccato - appunto - a metà e condito con un filo di ottimo olio extravergine di oliva, sale e pepe che loro prendevano da una piccola saliera di Deruta, di quelle d'altri tempi, con le due vaschette e con un uccellino col becco aperto che accoglieva gli stuzzicadenti.
In realtà non so, anzi dubito, che i marinda siano proprio la stessa qualità di pomodoro da insalata usato dai nonni, ma ci assomigliano anche per il gusto non troppo dolce così oggi, per festeggiare questo compleanno, ho ripetuto quel piccolo rito di aprire il pomodoro a metà, condirlo con un pizzico di sale e con una macinata di pepe e un bel filo d'olio dorato, per poi mangiarlo con dell'ottimo pane casareccio.
Certo i nonni avevano le rosette ma io, che non mi rassegno alle locali michette, che non assomigliano neanche un po' a quelle leggere e croccanti rose di pane romane, l'ho accompagnato con del pane casareccio.
Questo è non solo un omaggio ai miei nonni, che hanno lasciato in me un segno profondo, ma anche al "Pomodoro" alimento protagonista indiscusso nella mia famiglia, dove  mia madre, nei pomeriggi trascorsi sulla sconfinata terrazza della nostra prima casa senza i nonni, aspettando il rientro di mio padre, lo gustava a morsi come fosse una pesca o un altro dolce frutto, cercando di convincere me, che allora avevo una manciata di anni, che era buonissimo così, senza condimento.
La cosa più incredibile è che io, pur di condividere quei momenti con mia madre e pur avvertendo l'acidità del pomodoro, ancora troppo spinta per il mio giovanissimo palato, la imitavo cercando di illudermi che effettivamente fosse dolce come una pesca e lo mangiavo con la grande soddisfazione di essere come lei, che mi è sempre sembrata la più bella e la più brava.
 
 

domenica 28 aprile 2013

Le alici fritte dorate di casa mia


Mi era presa la nostalgia, di tempi, di profumi e di sapori che da tanto non tornavano nella mia memoria e così, trovandomi in pescheria, invece del solito polpo o dei calamari (comunque meravigliosi e di cui un giorno posterò la mia ricetta di casa), eccomi uscire dal negozio con un bel pacchetto pieno di alici freschissime e con in testa le alici fritte dorate che faceva mia madre per mio padre che le adorava.
Da quando sono uscita di casa, ormai da più di trent'anni, chissà perché, non le avevo più cucinate o assaggiate e così, in questo clima nostalgico andante, da età di mezzo (che peraltro rinnego!), eccomi a preparare le alici con la cura che si usa nel restaurare un quadro antico.
Il risultato è stato ottimo, il pranzo riuscitissimo e la cura nell'eliminare anche le più piccole ed innocue spine le ha fatte apprezzare anche al  "delicato" palato di mio marito, con una spruzzata di limone (che è facoltativa e secondo me nasconde troppo il sapore del pesce) e un pò di insalatina per contorno.
Ingredienti:
alici freschissime
farina 00
uovo intero sbattuto
olio di semi per friggere
sale
limone (facoltativo)
Preparazione:
Aprire a libro le alici o farsele preparare dal pescivendolo (se è gentile come il mio), eliminando la lisca centrale e le spinette più evidenti.
Sciacquare il pesce ed asciugarlo. Passarlo poi nella farina e quindi nell'uovo intero sbattuto e metterle in una padella, con olio bollente fino a doratura.
Più semplice non può essere, salate e portate in tavola accompagnando con una insalatina fresca.

giovedì 25 aprile 2013

Il Cus Cus di Margherita


Ecco un nuovo insperato momento di sosta dal mio frenetico lavoro e così mi concedo il lusso di parlare al mio esiguo (ma buon) pubblico di seguaci, proponendo una vera e propria esplosione di sapori che si fondono in questo piatto che unisce il mediterraneo del sud Italia con le veredure ed i condimenti tipici delle nostre terre assolate e quello del nord Africa, seppur ormai da secoli acquisito dalla cucina siciliana, del cus cus che, per me, è sempre evocativo di paesi esotici.
Dunque vi racconto di come, diversi anni fa, mia cognata Margherita, che colgo l'occasione per salutare e abbracciarla ora che ha superato bene un piccolo problema, mi ha fatto assaggiare questo meraviglioso piatto che spopola su ogni buffet festivo o tavola quotidiana, buono appena fatto e squisito dopo un giorno e anche dopo due, con il vantaggio di poter essere comodamente preparato in anticipo e servito al momento giusto dopo averlo fatto stiepidire fuori dal frigo.
Qui si frigge....lo so, non si dovrebbe..., ma se friggiamo bene ed asciughiamo a dovere le verdure, il risultato sarà divino e non troppo pesante, anche perché il poco gusto di fritto viene compensato perfettamente dal fresco del prezzemolo, dall'aroma dell'aglio sapientemente dosato, dall'acido dei capperi di Pantelleria e dalla dolcezza sapida (so che sembra una contraddizione in termini....ma rende bene l'idea) delle olive verdi.
Grazie a Margherita che, invero, essendo profondamente creativa nella sua cucina, negli anni ha sempre improvvisato nuove versioni di questo cus cus perdendo di vista questa che io custodisco nel mio ricettario anche per lei, se vorrà riprenderla.
Non vi fate ingannare dalla foto che non rende giustizia ai colori e all'aspetto invitante del piatto e lanciatevi nella preparazione.


Ingredienti per un buffet o per 8 persone:
 
1/2 chilo di cus cus precotto
1 peperone giallo
1 peperone rosso
1 grossa melanzana o due piccole
2 grosse zucchine
1 gambo di sedano
1 fetta di zucca di Mantova (è facoltativa e deve essere pastosa e non acquosa come quella napoletana)
due belle manciate di pisellini surgelati (o freschi se li avete)
2 cucchiai di capperi di Pantelleria sott'aceto
due pugni di olive verdi denocciolate
due pugni di olive nere denocciolate
prezzemolo q.b.
aglio q.b.
sale
olio di semi per friggere


Preparazione:

Premesso che le quantità che ho indicato sono approssimative e ciascuno può decidere di aumentare o diminuire le verdure o i condimenti da utilizzare, iniziamo a preparare questo piatto.
Lavare e spuntare le verdure e ridurle a dadini piuttosto piccoli. Friggerle, tranne i piselli, iniziando da quelle con il sapore più neutro e finendo con i peperoni, in abbondante e ottimo olio di semi. Meglio utilizzare due padelle o comunque procedere cambiando l'olio che tende a bruciare prima della cottura di tutte le verdure.
Sbollentare i piselli in acqua salata e, quando saranno cotti, tenerli da parte.
man mano che le verdure a dadini saranno cotte, mettetele su un vassoio coperto di abbondante carta da cucina e fatele asciugare di tutto l'olio in eccesso e poi salatele.
Fate intanto reidratare e poi cuocere, secondo le istruzioni, il cus cus e, una volta pronto, unitevi le verdure fritte e ben asciugate, i piselli, le olive a rondelle, i capperi con un cucchiaio del loro aceto, pochissimo aglio sminuzzato finissimamente e prezzemolo tritato.
Fate riposare qualche ora affinché le verdure cedano tutto il loro sapore al cus cus e poi godetevelo!

domenica 21 aprile 2013

Lasagne agli asparagi


Era da un pò che mancavo all'appello, di chi poi non saprei, visto che nessuno mai di quelli che mi vengono a leggere, lascia commenti e spesso mi sembra di parlare in uno strano universo vuoto, d'altro canto questo mio blog era nato quasi come un diario culinario personale e i pochi (ma buoni) miei frequentatori,sono per me comunque un bel regalo.
Eccomi dunque tornare dopo una bella vacanza a Londra, tra molto britannici fish and chips, scones, shortbread e pudding o esotici pasti indiani, thaj, cinesi e giapponesi vantati da variopinti cartelli fuori dai locali frequentati da uno splendido melting pot di razze e tipi, spesso colorati e un po' pazzi, che creano un piacevole contrasto con l'austera città del Big Ben.
Mi riprometto di postare presto qualche ricettina che ricordi la mia vacanza ma, per il momento, mi piace raccontarvi questa ricetta che ormai da anni,a primavera,propongo sulla mia tavola e che risulta davvero gustosa esaltando il sapore degli asparagi con la morbidezza vellutata della besciamella e la sapidità filante del parmigiano e della fontina....proprio niente male.
 

Ingredienti:

1 kg. di asparagi verdi
1 scalogno
1 mestolo di brodo vegetale
100 gr. di burro
60 gr. di farina debole
750 gr. di latte intero fresco
200 gr. di pasta per lasagne fresca
100 gr. di parmigiano (o più a piacere)
100 gr. di fontina (o più a piacere)

Preparazione:

Lavare gli asparagi, privarli delle punte e mettere queste ultime a bollire per 3-4 minuti in acqua bollente salata. 
Scolare e tenere da parte.
Tagliare a rondelline il resto degli asparagi (solo la parte tenera) e tritare lo scalogno e metterlo in una padella con 40 grammi di burro; aggiungere le rondelle di asparagi e farle saltare ed insaporire; aggiungere poi il brodo vegetale e far stufare ed asciugare finché non siano morbide, occorreranno circa dieci minuti.
Preparare intanto la besciamella con un roux realizzato con 60 gr. di burro, 60 di farina e diluito poi con 750 gr. di latte, far cuocere per almeno dieci minuti.
Mettere le rondelle nel bicchiere del frullatore ad immersione e frullare tutto ottenendo una purea che va unita alla besciamella, salare e pepare.
Cospargere il fondo della pirofila con la besciamella agli asparagi, disporvi sopra uno strato di pasta, ancora besciamella agli asparagi, qualche punta di asparago tenuta da parte, parmigiano e fontina grattugiati, senza lesinare.
Proseguire così fino al riempimento della pirofila e finendo con parmigiano, fontina, punte di asparagi e besciamella a coprire tutto.
Infornare per circa 20 minuti a 180°.
Far riposare prima di impiattare e servire.

domenica 17 marzo 2013

Insalata di grano, rucola e parmigiano


Sarà che il desiderio di vacanza si fa ogni giorno più forte, sarà che oggi ha deciso di nevicare ancora (oggi 17 marzo, quando di norma le forsizie dovrebbero già essere esplosioni di giallo intenso, come fuochi d'artificio floreali), sta di fatto che mi è venuta voglia di postare questa ricetta che ho assaggiato proprio in Puglia, durante una vacanza al mare di qualche anno fa.
Era uno di quei buffet che organizziamo, a turno, nelle nostre case e dove ognuno porta qualcosa; quella sera Gabriella sfoderò questa meraviglia...non vogliamo indagare se fu lei o qualche mano più esperta a preparare il piatto, l'importante è averlo assaggiato e averlo potuto replicare, sempre con successo, in diverse occasioni.
Si tratta di una preparazione assai semplice da realizzare e adatta ad ogni stagione, visto che ormai i funghi porcini si trovano, secchi e surgelati, in ogni periodo dell'anno: il profumo intenso dei funghi, la freschezza della rucola e la corposa sapidità del parmigiano, si fondono con il gusto antico e la consistenza quasi croccante del grano per un risultato sorprendente.
Naturalmente se si ha la fortuna di avere a disposizione i funghi porcini freschi, il risultato non può che essere migliore.
In questa ricetta le dosi sono molto approssimative o mancano del tutto perché dipendono dal gusto e dalla sensibilità di ciascuno: lascio a voi dosare i diversi ingredienti e, nel dubbio, assaggiate!
Un bacio a Gabriella e un pensiero a tutti i cari amici del mare.

Ingredienti:

500 gr. di grano
2-3 manciate di rucola
Scaglie di parmigiano
600 gr. di funghi porcini surgelati
20 gr. di funghi porcini secchi
olio extravergine di oliva
1 spicchio d'aglio
sale

Preparazione:

Mettere i funghi secchi a reidratare in acqua tiepida e, quando saranno morbidi abbastanza, strizzarli e tagliarli grossolanamente.
Mettere in una larga padella un fondo d'olio e uno spicchio d'aglio e, quando sarà appena appena dorato, versarvi i funghi secchi e surgelati e farli saltare rapidamente, salando a cottura ultimata. Eliminare l'aglio.
Lessare in acqua bollente salata il grano, seguendo le indicazioni sulla confezione, scolarlo e metterlo in un ampio piatto fondo e farlo intiepidire ungendolo con pochissimo olio perché non si incolli.
Condirlo con l'intingolo di funghi, la rucola spezzata con le mani e,  scaglie di parmigiano tagliate con l'apposito strumento o con la mandolina.
 

sabato 16 marzo 2013

Crostata al cioccolato e frutti di bosco




Arrivano due colleghe a cena con i loro mariti, sono contenta perché per me e' un nuovo inizio dopo un periodo di malattia che mi ha frenato molto e non mi ha permesso di fare quel che più mi piace: ricevere in casa gli amici davanti a qualche buon piatto che mi consenta di provare la mia vera o presunta abilità in cucina e di condividerne il risultato.
Eccomi allora a progettare il menù - invero molto semplice - e, soprattutto a pensare al dolce che, nella mia mente deve essere buono da mangiare ma anche bello da vedere e non troppo pesante per essere servito dopo cena e...allora una crostata di frutta mi sembra la giusta soluzione anche per i figli di queste amiche che non superano i dieci anni.
Non volevo però replicare la mia solita crostata di frutta e così ho realizzato il guscio con pasta frolla al cioccolato, l'ho farcito con una crema pasticcera cui ho aggiunto una minima parte di gelatina per renderla più stabile al taglio e ho coperto tutto con una pioggia di frutti di bosco freschissimi che ho solo spolverizzato con dello zucchero a velo per non coprirne il sapore.
Il risultato e' stato soddisfacente e così l'ho replicata per il compleanno di mio marito perfezionandola un po', ho assottigliato la frolla, la prima volta troppo spessa, ho dosato meglio la gelatina e ho profumato maggiormente di limone la crema e ora sono davvero soddisfatta e così...foto e post!

Ingredienti :


Per la frolla al cioccolato:


470 gr. di farina 00 
30 gr. di cacao amaro in polvere
300 gr. di burro
200 gr. di zucchero a velo
80 gr. di tuorlo d'uovo
baccello di vaniglia
scorza di limone grattugiata
Per la crema pasticcera:
400 gr. di latte intero fresco
100 gr. di panna
150 gr. di tuorli
150 gr. di zucchero semolato
20 gr. di amido di mais
35 gr. di amido di riso
1 baccello di vaniglia Bourbon (possibilmente)
8 gr. di colla di pesce (questa è una mia aggiunta)
Per la finitura:
1 cestino di fragole (anche 2)
1 cestino di mirtilli
1 cestino di more
l cestino di lamponi
zucchero a velo
Inutile dire che le ricette per le preparazioni di base sono tratte dal libro"Le dolci tentazioni" del "magnifico" Montersino, le cui preparazioni sorprendono ogni volta sia per la perfetta riuscita, sia per il gusto ineccepibile.
Preparare la frolla con il metodo sabbiato, mettendo cioè in planetaria, con la foglia, la farina ed il cacao, il burro a pezzetti a temperatura ambiente, il sale e gli aromi: buccia di limone e semi di vaniglia.
Far girare la macchina fino a che l'impasto non avrà assunto l'aspetto della sabbia bagnata e, a quel punto, aggiungere lo zucchero a velo e, subito dopo, i tuorli sbattuti.
Appena l'impasto si sarà formato, spegnere la macchina e rovesciarlo sulla spianatoia leggermente infarinata.
Formare un panetto regolare e metterlo in frigo o in congelatore (se avete fretta) a riposare, chiuso come un pacchetto con la carta forno .
Dopo il riposo (almeno 30 minuti in frigo e un pò meno in congelatore), rimettere la pasta sulla spianatoia e renderla nuovamente plastica lavorandola un pò con le mani per scaldarla, in modo che si possa stendere senza rompersi.
Stenderla dello spessore di meno di 1 cm. e adagiarla in uno stampo da crostata precedentemente unto con burro fuso dato a pennello e facendola ben aderire al fondo e ai bordi.
Bucherellare il fondo e coprire la crostata con carta forno coperta di ceci in modo che nel corso della c.d. "cottura in bianco", non si gonfi.
Infornare a 180° per circa  20-30 min. (dipenderà dallo spessore e dal forno).
Verso la fine della cottura eliminate la carta e i ceci e finite di cuocere scoperta in modo che dori anche il fondo ormai diventato stabile.
Preparare poi la crema pasticcera montando i tuorli e lo zucchero con i semi di vaniglia e la buccia di limone grattugiata. aggiungere gli amidi e versare la montata nel latte e panna che avrete messo a bollire in precedenza in un tegame adatto.
Attendere che il latte riprenda il bollore senza muovere il composto e, quando ci saranno dei piccoli vulcani provocati dal latte bollente, dare qualche colpo di frusta per amalgamare il tutto e la crema sarà pronta in pochi secondi.
Freddare rapidamente la crema, mettendola in un bagno di acqua e ghiaccio in una ciotola o stesa su un vassoio, sempre con pellicola a contatto.
Quando il guscio di frolla sarà cotto e raffreddato, toglietelo dallo stampo con delicatezza, magari aiutandovi con lo scaldare il fondo sul fuoco.
Far ammollare in acqua fredda la colla di pesce e prendere una piccola parte di crema pasticcera, facendola scaldare a microonde e, quando sarà calda, unirvi la colla di pesce strizzata e farla sciogliere.
Unire questa crema calda al resto della crema e mescolare bene rendendo il composto liscio e amalgamato, quindi versarlo nella crostata.
Disporre sulla crema i frutti di bosco e decorare con qualche fogliolina di menta fresca; tenere in frigo fino a poco prima di servirla quando sarà fatta ritornare a temperatura ambiente e finita con una leggerissima spolverizzata di zucchero a velo.

domenica 3 marzo 2013

L'amatriciana della mia mamma



Non me ne sono quasi resa conto ma, presa da un intenso periodo di lavoro, non riuscivo a postare una ricetta da oltre un mese; così rieccomi per un "must" della cucina di casa mia.
Fin da bambina ho visto frotte di amici, colleghi, parenti e occasionali visitatori arrivare nella casa dei miei genitori a Roma con la scontata intesa che la mia mamma avrebbe loro preparato la sua mitica amatriciana.
Non so, e non credo, che questa ricetta sia quella "canonica" ma, visto che tutti coloro che hanno avuto la fortuna di assaggiarla, ancora oggi che la mia mamma è una "giovanissima" ed intraprendente signora che cucina da cinquant'anni e più, le chiedono insistentemente di prepararla, è del tutto evidente che vale la pena di prepararla e, soprattutto, di assaggiarla!
Premetto che, nonostante ogni mio sforzo, la mia amatriciana non è mai all'altezza della sua ma, vi assicuro che la ricetta postata oggi è rigorosamente quella che lei mi ha ridato al telefono stamattina.
Questo post è un tributo a lei, la mia mamma, che ha sempre cucinato divinamente "suo malgrado", perché non è mai stata una grande appassionata di cucina ma un vero talento naturale che ha dato vita ad una serie di preparazioni, forse non sofisticate, ma memorabili per il gusto intenso del "cibo di casa".
Eccovi ora la ricetta che richiede, com'è ovvio, l'utilizzo del guanciale ma -qui lo dico e qui lo nego - se non riuscite a trovarlo, potete sostituirlo con dell'ottima pancetta non affumicata.
Le dosi qui riportate bastano per tre buone forchette o quattro persone "normali".
 
Ingredienti:
 
400 gr. di bucatini
70 gr. di guanciale
50 gr. di cipolla
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino fresco o secco
1 scatola di polpa di pomodori da 400 gr. (io trovo ottima la Mutti)
1/2 bicchiere di vino bianco possibilmente laziale (Frascati o Est!est!Est!)
q.b. di olio extravergine di oliva
3 manciate di pecorino romano grattugiato
 
Preparazione:
 
Ridurre il guanciale a dadini e tritare la cipolla, mettere tutto a rosolare in un tegame con uno spicchio d'aglio, il peperoncino e un fondo di olio, senza lesinare.
Fare soffriggere a lungo con grande pazienza, in modo che la cipolla si consumi senza bruciare.
Quando la cipolla sarà morbida e appena bionda ed il guanciale anche lui trasparente e ben rosolato, sfumare con il vino e far evaporare.
Eliminare l'aglio.
Aggiungere poi la polpa di pomodoro, aggiungere acqua quanto un mezzo barattolo del pomodoro, far riprendere il bollore e incoperchiare, lasciando cuocere  a fuoco moderato, finchè il pomodoro sia cotto, denso e cremoso.
Cuocere i bucatini in abbondante acqua salata, scolarli e condirli con due belle manciate di pecorino romano grattugiato e con il sugo.
Impiattare aggiungendo su ogni piatto un cucchiaio di sugo e una spolverata di pecorino.
 

venerdì 1 febbraio 2013

Polpettone alla crema di funghi



Ecco un piatto che il Bimby prepara magnificamente al vostro posto e che vi consente di portare in tavola una preparazione accattivante e dal sapore sapore davvero ottimo.

Devo questa ricetta, almeno nello spunto, a Sonia che, oltre che prendenrsi cura dei miei capelli, mi ha convinta ad acquistare il Bimby e che condivide con me la passione per la cucina; io ho portato qualche modifica alla sua ricetta originale, adattandola ai gusti decisi della mia famiglia, farcendo il polpettone con uova sode, mortadella (o prosciutto cotto) e formaggio, creando un cuore tenero e saporitissimo al polpettone.

Uno dei pregi di questa preparazione, oltre al gusto gradevolemente autunnale, è quello di consentire (volendo) di utilizzare la salsa per condire anche la pasta, realizzando due piatti con un'unica cottura.

Già durante la cottura la vostra cucina si riempirà di un fantastico profumo di funghi che farà presagire quel che presto potrà essere gustato.


Ingredienti:

Per l'impasto:

500 gr. di carne trita di maiale o vitellone o mista
2 uova intere
2 manciate di pecorino grattugiato
1 panino grande, bagnato nell'acqua e strizzato
sale q.b.

Per il ripieno:

2 uova
3 fette di mortadella o di prosciutto cotto
formaggio a fette sottili (sottilette o gouda o altro formaggio saporito a piacere)

Per l'intingolo:

1 busta di funghi misti surgelati o misto fresco se si ha a disposizione (porcini, champignon ecc.)
un pugno di funghi porcini secchi
1 grossa noce di burro
un cucchiaio di olio
mezza cipolla
1 spicchio d'aglio
panna da cucina o latte per diluire
1/2 cucchiaino di dado Bimby
mezzo bicchiere di vino bianco secco

Preparazione:

Far rassodare due uova e sgusciarle.

Mettere il panino in ammollo in acqua e la carne trita in una ciotola. Aggiungere alla carne le due uova, il pecorino, il pane strizzato dall'acqua, il sale ed impastare bene fino a rendere il composto ben omogeneo.

Formare il polpettone aiutandosi con le mani, eventulmente inumidite, schiacciando il composto lungo le pareti della ciotola; coprire la carne (la parte che resterà all'interno) con le fette di mortadella o di prosciutto, le fettine di formaggio e, al centro, le due uova sode, una dietro l'altra, ripiegando la mortadella ed il formaggio affettato intorno alle uova sode, richiudendo il tutto con la carne trita, in modo che il ripieno resti bene all'interno del polpettone.

Bardare il polpettone con le fettine di pancetta tesa e metterlo nel contenitore del Varoma.

Mettere i funghi porcini secchi in una ciotola con acqua tiepida per farli ammollare e lavarli.

Una volta morbidi tagliarli grossolanamente e tenerli da parte.

Tagliare grossolanamente anche i funghi surgelati.

Mettere nel boccale la cipolla e frullare a vel. 4 per 10 sec., ripetere se occorre, dopo aver raccolto la cipolla sul fondo del boccale con la spatola.

Aggiungere il burro, lo spicchio d'aglio e l'olio e far soffriggere a 100°, vel.1 antiorario,  per 3-4 min., aggiungere tutti i funghi e far soffriggere per altri 3 minuti a vel. 1 e 100°.

Sfumare con un misurino di vino bianco secco per 2 minuti, temp. 100° e vel. 1 antiorario, quindi eliminare l'aglio, aggiungere mezzo cucchiaino di dado Bimby di carne (o verdure a scelta) e  cuocere  a vel. 1, temperatura Varoma, per 40 min.- 1 ora, dopo aver collocato sul boccale il contenitore del Varoma con il polpettone.

Al termine di questa fase aggiungere nel boccale la panna liquida o il latte ai funghi,  frullate per circa 30 secondi a vel. 7-8 per creare una salsa vellutata e proseguire la cottura sempre a temp. Varoma, per 10 min. vel. 1.

Far intiepidire leggermente il polpettone prima di tagliarlo e di salsarlo con l'intingolo di funghi.

Se si desidera, si può utilizzre l'intingolo per condire della pasta, meglio se all'uovo; in questo caso sarà meglio aumentare la quantità di funghi utilizzati per realizzare la salsa.

giovedì 31 gennaio 2013

Cavatelli ai ceci neri



Mi rendo conto che i foodblogger più informati e "professionali" di me probabilmente li conoscevano da tempo ma, i ceci neri sono stati una mia recente scoperta, fatta per merito della mia mamma che me ne ha regalato un sacchetto di recente, proprio perché io li cucinassi e ne parlassi sul blog.

Questi miei ceci neri vengono da una contadina pugliese che li coltiva nei pressi del paese di origine di mio nonno, Faeto, dove ogni anno la mia famiglia ritorna almeno qualche giorno, anche a gustare i prodotti del posto famoso soprattutto per il prosciutto di maiale nero.

Non nascondo che in un primo momento ho nutrito qualche dubbio sul sapore di questi legumi, più piccoli dei ceci bianchi che nel loro sacchetto sembravano pezzetti di carbone.

Poi la curiosità ha prevalso e ho cominciato a pensare come avrei potuto cucinarli, visto che non mi sembravano adatti ad essere serviti solo bolliti e conditi con olio, ed ecco cosa ne è venuto fuori: un piatto dal sapore davvero interessante, niente affatto banale e assolutamente gustoso.

Non lasciatevi spaventare dall'inserimento delle acciughe nel condimento perché, se sapientemente dosate, rendono il piatto un equilibrio tra sapori contrastanti che vale la pena di gustare.

Ingredienti per 4 persone:

Ceci neri gr. 400
Olio extravergine di oliva
Rosmarino
Pasta di acciughe 8 cm.
Peperoncino
Sale
Cavatelli 300 gr.

Preparazione:

Mettere a bagno i ceci in una ciotola piena d'acqua per 48 ore, sono tante, ma non occorre sorveglianza e quindi non si perde tempo, bisogna solo programmare la preparazione con anticipo.

Trascorso questo tempo, mettere in una pentola sufficientemente capiente i ceci, l'acqua e uno spicchio d'aglio e lasciar cuocere fino a che i ceci non risultino morbidi (anche se mantengono una consistenza maggiore di quelli bianchi); a questo punto salare i ceci.

A cottura avvenuta, soffriggere uno spicchio di aglio con olio extravergine di oliva, del peperoncino e un rametto di rosmarino e, quando l'aglio è dorato ed il rosmarino ha rilasciato le sue essenze nell'olio, aggiungere i ceci con tanta acqua di cottura quanta ne richiede la pasta (niente paura, se è troppo scarsa se ne può aggiungere dell'altra, purché bollente, durante la cottura).

Appena riprende il  bollore aggiungere aggiungere  della pasta d'acciughe di ottima qualità (circa 8 cm.) e farla sciogliere prima di versare la pasta.

Portare a cottura la pasta, aggiustando di sale, se necessario, e versare nelle scodelle decorando con un piccolo rametto di rosmarino e qualche pezzetto di peperoncino.

Finire con un bel filo d'olio extravergine, assolutamente fondamentale per completare questo piatto rustico e assai gustoso.

lunedì 28 gennaio 2013

Risotto alle zucchine e stracchino



Questa ricetta è nata quando, tornando a casa una sera ed aprendo il frigo, tre zucchine mi guardavano tristi dal ripiano chiedendo di essere cucinate.

La cosa più semplice era mettere in pentola un bel risotto, così confortante nelle fredde serate d'inverno ma, realizzato solo con le zucchine, il riso risulta, secondo i miei gusti, un pò scialbo e senza mordente.

Così ecco l'idea di rinforzare il gusto di questo risotto con la nota cremosa ed un pò acida dello stracchino con cui ho pensato di mantecarlo...Esperimento riuscito!

Il risultato è stato davvero buono ed il piatto ha acquistato un gusto meno piatto e banale e ora ve lo consiglio.

Ingredienti per 4 persone:

350  gr. di riso Carnaroli
3 zucchine
burro
1 piccola cipolla
vino bianco secco
brodo vegetale
1 confezione di stracchino

Preparazione:

Tritare finemente la cipolla e farla appassire in un tegame da risotto con una grossa noce di burro.

Quando avrà iniziato ad appassire, unire le zucchine tagliate a dadini e far stufare tutto.

Appena la cipolla sarà appassita e le zucchine saranno leggermente ammorbidite, unire il riso e farlo tostare.

Sfumare con il vino bianco e portare a cottura unendo il brodo vegetale un mestolo alla volta.

Quando il riso sarà giunto quasi a cottura completa e mantenuto "all'onda", unire lo stracchino a pezzetti e mantecare.

Spegnere il fuoco e incoperchiare per 2-3 minuti in modo che il riso prenda la giusta consistenza e servire decorando a piacere con sottili fettine di zucchina.

sabato 26 gennaio 2013

Il mio primo corso di cake design



Grazie a Claudia Prati e ai suoi preziosi insegnamenti, ecco realizzata la mia prima torta decorata.
Certo ho tanta strada da fare, ma ho comunque trascorso una bellissima e rilassante giornata nell'Accademia di Claudia Prati di Carate Brianza, un ambiente accogliente e comodo per i nostri primi esercizi con la pasta di zucchero per realizzare nastri, fiocchi, rose e gioielli. Un vero divertimento che consiglio davvero.
Claudia è brava e paziente oltre che un ottima insegnante e sul suo blog letortecreativediclaudia.blogspot.com/  o nel suo sito http://www.claudiaprati.com/
si possono ammirare le sue creazioni.
 
 


 

Qui sopra vedete alcuni particolari delle decorazioni che ci sono state insegnate e per aver imparato tutto in una sola giornata... non è male!

venerdì 25 gennaio 2013

Trionfo di frutta


Cosa si fa quando non si può o non si ha voglia di preparare un bel dolce per fine di pasto e si deve far bella figura con gli ospiti? Ecco la soluzione: una magnifica insalata di frutta che soddisfa prima gli occhi e poi il palato ed ha il pregio di far mangiare la frutta anche ai più pigri che, pur di non sbucciarla, ne fanno a meno.
L'importante, com'è ovvio, è avere a disposizione frutta di prima qualità ed al punto giusto di maturazione ed il successo è assicurato, soprattutto in inverno, quando può risultare un fine pasto a sorpresa molto gradito.
Questo piatto si può realizzare con ogni tipo di frutta, tagliata non troppo minuta, purché si faccia attenzione alla alternanza di colori e consistenze che garantiscono l'effetto scenografico ed il giusto gusto.
Qui di seguito riporto le tipologie di frutta da me utilizzate nella preparazione.

Ingredienti:
ananas
ciliegie
banana
fragole
mirtilli
more
ribes
melone
kiwi
frutto della passione
papaya
mango

giovedì 24 gennaio 2013

Pomodori secchi sott'olio



A fine estate, capitando in un negozio milanese di specialità pugliesi, mi è caduto l'occhio su un bel sacchetto trasparente pieno zeppo di pomodori secchi che, contrariamente al solito, avevano un bel colore rosso ed un aspetto non "pietrificato".
Non me li sono fatta sfuggire e, una volta a casa, ho pensato ad un modo gustosissimo di prepararli e conservarli sott'olio, così come me li aveva insegnati, moltissimi anni fa, quando era solo una ragazza
ma appassionata di cucina, la zia di mio marito che, a sua volta, li aveva imparati da una dignitosa signora della campagna tra Foggia e Siponto (come mi racconta mio marito che trascorreva qualche afoso pomeriggio in quei luoghi con gli zii), lontana parente acquisita.
Mi piace raccontare insieme alla ricetta la sua lontana proveniennza che evoca ricordi antichi e che sembra dare ancor più sapore a questi gustosi pomodori.
Eccovi dunque i pomodori secchi della zia Maria, che hanno un gusto davvero speciale per l'aggiunta di capperi e acciughe che danno alla preparazione quel gusto quasi piccante che li rende irresistibili: ottimi su crostini di pane come stuzzichini e divini come accompagnamento ad un buon bollito.

Ingredienti:
Pomodori secchi
Acciughe
Aglio
Capperi di Pantelleria
Olio extravergine di oliva
Aceto bianco

Preparazione:
Sciacquare rapidamente i pomodori e metterli poi in aceto bianco in modo che vengano eliminate il più possibile eventuali impurità.
Sgocciolare i pomodori su carta da cucina a faccia in giù e, quando saranno ben scolati, disporli a strati in un barattolo di vetro pulitissimo, condendo ogni strato con pezzetti di filetti di acciuga sott'olio, capperini di Pantelleria (quelli piccolissimi), qualche minutissimo pezzetto di aglio.
Quando il barattolo sarà pieno, coprire il tuitto con ottimo olio extravergine di oliva.

lunedì 21 gennaio 2013

Rigatoni alla crema di carciofi


Eccomi di nuovo con una nuova ricettina niente male. Si tratta di un primo piatto gustosissimo che ho trovato su un vecchio numero della Cucina Italiana e che, una volta provato, è entrato subito nella classifica dei più graditi in famiglia e tra i miei ospiti.
Davvero consigliato in questo periodo in cui i carciofi al mercato si trovano con facilità r fa abbastanza freddo da portersi permettere un pò di pancetta, che dà sapidità e forza al piattoche sarebbe altrimenti risultato troppo banale.
Dunque ai fornelli a provarlo immediatamente! 
 
 
Ingredienti per 6 persone:
 
450 gr. di rigatoni o tortiglioni (io utilizzo i Garofalo)
120 gr. di pancetta affumicata in un'unica fetta
5 carciofi
prezzemolo
aglio
parmigiano grattugiato q.b.
olio extravergine di oliva q.b.
sale
pepe
 
Preparazione:
 
Mondate i carciofi, poi staccate i fondi e recuperate le foglie più tenere.
Cuocete queste ultime per 20 minuti in una casseruolina con 80 gr. di olio, la pancetta a listarelle (così nella ricetta originale ma io trovo più comodo tagliarla una volta cotta, per non dover ripescare i pezzetti uno ad uno), 1/2 bicchiere d'acqua, 1 pizzico di sale; quindi separate la pancetta dalle foglie e tenetela da parte, passate le foglie con il fondo di cottura al passaverdure ottenendo una salsina. Andrà benissimo anche frullare tutto con un frullatore ad immersione.
Lessate intanto i rigatoni.
Riducete a dadini i fondi di carciofo e saltateli in una larga padella con aglio, olio, prezzemolo tritato e la pancetta tenuta da parte e tagliata a cubetti.
Unite al tutto la salsina di carciofi, un mestolo di acqua di cottura della pasta, aggiustate di sale, e versare in padella i rigatoni al dente, facendoli saltare fino a completamento della cottura.
Servite con una abbondante parmigiano grattugiato ed una macinata di pepe.

domenica 20 gennaio 2013

Vellutata di zucca con riso venere e speck


 
 
 
Credevo ormai che non sarei più riuscita a tornare a scrivere sul mio modesto ma adorato blog e invece...sconfitta ogni avversità (un gomito fratturato e bloccato per venti giorni, interruzione del servizio internet, impegni di lavoro sempre più pressanti) eccomi di nuovo qui, agguerrita più che mai e solo dispiaciuta di non aver potuto postare tutte le ricette del mio Natale.
Mi rifarò il prossimo anno.
Ma ora eccovi qui una ricettina nata in uno di quei giorni in cui il braccio ingessato e la neve fuori dalla finestra mi avevano suggerito di utilizzare il mio aiutante in cucina Bimby per realizzare un piatto caldo e confortante ma, allo stesso tempo nuovo, gustoso e colorato.
Nasce così la mia vellutata di zucca con riso venere e speck in cui alla dolcezza della zucca si sposano bene il sapore deciso del riso venere ed il gusto croccante e sapido dello speck.
Mi preme ricordare che non occorre necessariamente il Bimby per realizzare questa ricetta e che basterà frullare la vellutata con un mixer ad immersione prima di aggiungere il riso e lo speck.
 
 
Ingredienti per 4 persone:
/00 gr. di zucca (meglio se mantovana) già mondata e tagliata a dadi
300 gr. di riso venere
4 fettine di speck
olio extravergine di oliva q.b.
dado di carne  (o se si preferisce dado vegetale) Io utilizzo quello fatto in casa con Bimby
Mezza cipolla media
 
Preparazione versione Bimby:
 
Mettere la cipolla tagliata grossolanamente nel boccale del Bimby e tritarla a vel. 7 per 5 sec. o più a seconda della necessità.
Aggiungere 30 gr. di olio extravergine di oliva e far soffriggere la cipolla per 4 minuti a vel. 1, 100°.
Inserire nel boccale la zucca tagliata grossolanamente e frullare tutto a vel. 5 per 10 sec.; aggiungere un cucchiaino di dado Bimby di carne ( o se si preferisce di verdure) e coprire a filo con acqua.
cuocere per 20 minuti a vel. 1, 100 °.
Lessare intanto il riso venere secondo le istruzioni.
In questo caso ho scelto di non cuocerlo nel cestello insieme alla vellutata perché l'acqua scura del riso avrebbe rovinato il bel colore della zucca.
Una volta finita la cottura della vellutata, frullare a vel. 10 per 30-40 sec. ed unirlo alla crema direttamente nelle fondine, decorando con delle sottili striscioline di speck fatto tostare in un padellino inaderente.
Condire con un filo d'olio e, a piacere con una macinata di pepe.
 
 
 
Preparazione versione senza Bimby:
 
Tritare la cipolla e farla appassire in un tegame con un filo d'olio extravergine di oliva. una volta appassita, aggiungere i dadini di zucca e farli insaporire.
Aggiungere poi del brodo (di dado o, se lo si ha a disposizione, quello vero, di carne o vegetale) fino a coprire la zucca e far cuocere finche tutto non sia ristretto e la zucca risulti morbida.
occorreranno circa venti minuti.
Se il liquido risulta troppo poco aggiungerne dell'altro o, se fosse troppo, far asciugare a tegame scoperto e a fiamma più alta.
Frullare il tutto con il mixer ad immersione.
Lessare il riso venere secondo le istruzioni ed unirlo alla crema, direttamente nelle fondine, decorando con delle sottili striscioline di speck fatto tostare in un padellino inaderente.
condire con un filo d'olio e, a piacere con una macinata di pepe.