Questa pasta era uno dei piatti preferiti da mio padre e mia madre la realizzava spesso con quella che a Roma viene chiamata bieta e che in Lombardia chiamano coste.
Per lungo tempo, dopo che mio padre era mancato, non avevamo più preparato questo piatto di cui avevo un ricordo di piatto povero e poco appetibile finché un giorno, dal mio fornitore di verdura, ecco far bella mostra di sé dei mazzetti di foglie dalle costine rosse, simili a quelle del rabarbaro: erano bietoline di una specie particolare che il mio fornitore si procurava da un contadino. Non ne avevo mai viste di quel colore e così non ho potuto resistere e ne ho comprato due mazzetti senza saper bene come cucinarle.
Appena a casa però, mi è tornato in mente quel piatto che così spesso compariva sulla tavola della mia casa da ragazza e che da troppo tempo ne mancava e così ho cominciato subito ad impastare per preparare quelle che mio padre, autentico pugliese, chiamava "lagane" e che sono lasagnette di semola e acqua, tagliate anche in modo non troppo preciso.
Così ho pensato che anche questo piatto meritava un posto nel mio blog, che è anche il luogo della memoria familiare ove archiviare le ricette di casa per salvarle dall'oblio.
Naturalmente non è necessario realizzare il piatto, come ho fatto io in questo caso, con le bietole rosse, perché di regola si usano bietoline o coste (io non le preferisco) verdi.
Ingredienti per 4 persone:
Per la pasta:
300 gr. di semola rimacinata di grano duro
acqua a temperatura ambiente q.b.
sale q.b.
Per la salsa di pomodoro:
400 gr. di pomodorini ciliegino o 1 scatola da 400 gr. di pelati
olio extravergine di oliva q.b.
1 spicchio d'aglio
Per finire il piatto:
2 mazzetti di bietoline
Preparazione:
Mettere in planetaria la semola rimacinata ed impastare aggiungendo acqua leggermente salata fino ad ottenere un impasto abbastanza sodo da essere steso.
Tirare la sfoglia nella sfogliatrice o con il mattarello e far leggermente asciugare.
Tagliare poi le sfoglie in larghe e corte lasagnette, anche irregolari per dimensioni e mettere da parte sulla tavola di legno.
Mettere sul fuoco una pentola con l'acqua e portare ad ebollizione; aggiungere la bieta mondata e ben lavata e scolata, salare e far cuocere.
Intanto preparare la salsa di pomodoro mettendo un fondo di olio extravergine di oliva in un tegame con uno spicchio d'aglio.
Far leggermente soffriggere senza bruciare e poi aggiungere i pomodorini tagliati o i pelati che saranno schiacciati durante la cottura perché la polpa cuocia bene. Salare e finire la cottura che sarà abbastanza veloce.
Non appena la bieta sarà cotta scolarla servendosi di una schiumarola e tenere al caldo in una boule.
Buttare la pasta nell'acqua della verdura in ebollizione e aggiustare di sale solo se necessario.
Scolare quindi la pasta e condirla con il sugo di pomodoro e la bieta.
Servire subito.
Sapori antichi oggi ormai sempre più attuali e frequentemente riscoperti e rivalutati.
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